lunedì 21 settembre 2015

FISICA: APPROSSIMAZIONI E PROBABILITA'.

Bo. 21. 9. 15


FISICA: APPROSSIMAZIONI E PROBABILITA'.

Due termini che designano la razionalità della Fisica come scienza allo stato attuale.
Due modi che sono diventati metodo di indagine con l'accettazione a priori delle conoscenze acquisite, considerate valide ed indiscutibili al di sopra di ogni dubbio sulla loro validità, metodi compresi.
Si assiste ad una celebrazione degli strumenti creati dagli scienziati precedenti con ammirazione tale che,come il fascino, induce al culto delle esperienze.
Il  termine "buona approssimazione" rimane la base, dato ed assunto come immodificabile il " Principio d'Indeterminazione" applicato in ogni dove.
Il termine approssimazione in senso culturale indica una specifica modalità; che possiamo illustrare come cultura comune, ed è questa:
Un'approssimazione è una rappresentazione di una qualche grandezza che, pur essendo fatta in modo inesatto, è tuttavia abbastanza precisa per poter essere di una qualche utilità pratica.
 Benché il concetto di approssimazione si applichi prevalentemente ai numeri è anche frequentemente applicato ad altre entità come ad esempio,funzioni matematiche e geometriche, leggi fisiche.( Wikipedia)
Inoltre:
L'uso delle approssimazioni è giustificato dal fatto che spesso l'incompletezza delle informazioni disponibili non consente l'uso di [modello matematico|modelli] e rappresentazioni esatte. Inoltre molti problemi e fenomeni del mondo [fisica] sono o troppo complessi per essere rappresentati con espressioni analitiche, o addirittura impossibili da modellare.
 Inoltre, anche quando una rappresentazione analitica è nota, a volte può essere conveniente ai fini pratici adottare rappresentazioni approssimate, allo scopo
 di ridurre la complessità del problema.
Quindi esiste una incompletezza delle informazioni, o descrizione della realtà per mezzo di unità di misura, e metodi esatti.
Da ciò deriva anche il "metodo della probabilità" ovvero come spiega in termini culturali il senso comune abbiamo che :
probabilità = 
Il concetto di probabilità, utilizzato a partire dal seicento, è diventato con il passare del tempo la base di diverse discipline scientifiche rimanendo tuttavia non univoco.
 In particolare su di esso si basa una branca della statistica (la statistica inferenziale), cui fanno ricorso numerose scienze sia naturali che sociali.
Nella teoria della probabilità si considera un fenomeno osservabile esclusivamente dal punto di vista della possibilità o meno del suo verificarsi, prescindendo dalla sua natura. 
  • nel paradosso delle tre carte l'errore consiste solitamente nel non avere identificato correttamente quali siano gli eventi: i lati delle carte e non le carte stesse.
Il paradosso indica come la mancanza di dati descrittivi del fenomeno induca ad una forma riduttiva e generica la definizione delle interazioni possibili: spesso le variabili trascurate sono considerate inutili o prive di interesse, come nel gioco delle tre carte.
La scienza Fisica ha adottato il metodo approssimativo con la Funzione d'onda, come ampiezza di probabilità al quadrato, in vigore sulla base del principio di indeterminazione.
Ma il Principio d'indeterminazione si basa su di una approssimazione definita da Heisenberg come la massima possibilità che offre la natura di conoscere sé stessa.
La posizione assunta da Heisenberg, in modo laico ma pregiudiziale, è equivalente a quella di Einstein che si affida a Dio per la conoscenza della materia naturale, e lo ripete in diversi testi.
Siamo di fronte due atteggiamenti che hanno poco di scientifico, come metodo di sviluppo della conoscenza per mezzo di strumenti ed unità di misura, ed in entrambi i casi la loro posizione è pregiudiziale.
Il limite della loro esperienza è oscurato dal presupposto, divino o pregiudiziale, con il quale essi procedono nell'indagine.
Sia il criterio della Relatività che dell'Indeterminazione, derivano da una conoscenza limitata della natura della materia, quindi prive dei dati complessivi, oltre ad essi si aggiunge la supposizione teorica a priori, sia divina o naturale, oltre la quale nessuno può andare, tranne ovviamente loro due: Einstein ed Heisenberg.
La scienza Fisica del primo 900 perde la sua caratteristica di esperienza metodica comparativa, per divenire simbolo sperimentale della natura.
Il simbolo dell'esperimento diventa intoccabile o non criticabile, diventa culto dell'esperienza, come lo è il culto della personalità, in mancanza di dati e di una conoscenza complessiva della realtà naturale.
L'antica filosofia naturale divenuta fisica naturale con la rivoluzione Copernicana, oggi è diventata solo Fisica come termine che non designa la conoscenza della natura per mezzo di esperimenti comparativi, ma per mezzo del simbolo sperimentale, o esperimento unico dimostrativo.
La riduzione di ogni esperimento a simbolo unico e" rappresentazione vera" della natura, diventa la gabbia culturale dogmatica della scienza Fisica attraverso il Modello pieno di approssimazioni non scientifiche come materia oscura, buco nero, forza debole e forte, aggettivi inappropriati, ed altre dicerie prive di ogni definizione tecnica coerente con una descrizione della realtà.
Siamo di fronte ad una dissociazione culturale, tra la realtà e le ipotesi esplicative, tutte con buona approssimazione con l'uso di costanti definite dal rapporto tra due o più approssimazioni, che dire... la scienza procede con le esperienze sperimentali e comparate,se non esiste la comparazione non esiste una logica conduttrice coerente ed esplicativa, non esiste una razionalità naturale, ma solo probabile ed approssimata a seconda degli interessi particolari di gruppi sociali o personalità ambiziose oltre la loro funzione, come le religioni ad esempio o le multinazionali del petrolio, l'intelligenza superiore avulsa dal contesto sociale,sia per natura che divinizzata.
Ritengo sia necessario valutare la più ampia libertà sperimentale oltre i canoni formali del Modello per uscire dal "vicolo cieco" descritto da Feynman, nel quale è finita la Fisica poco naturale e molto artificiale..



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